Dicono di noi

Dicono di noi

Claudio Bisio
(
www.claudiobisio.it)

Sono due brave persone, come direbbero Cochi & Renato.

I nostri rapporti si sono incrociati più volte: dalla politica all’editoria, dal teatro al cinema e last but not least (come direbbe Vanessa Incontrada fra dieci anni, cioè dopo una decina di full immersion con bodyguard madrelingua) dal cabaret alla televisione.

Incrociati è la parola giusta nel senso che a volte l’incrocio è stato più simile a una singolar tenzone che a un abbraccio (vedi Derby, non nel senso del locale, ma nel senso del duello calcistico).

Alla Beppe Viola potremmo dire che hanno due facce da interisti (e detto da un milanista non è sicuramente un complimento) ma la verità è che hanno le facce di due di noi, di Milano (magari anche più di Milano di me che sono nato a Novi Ligure, a pochi chilometri da dove è nato Rivera… è un caso?), di sinistra… e anche lì di differenze, volendole andare a cercare, ce ne sarebbero, soprattutto alle origini visto che il presunto stalinismo di quelli dell’MS come loro (MS non nel senso di monopolio statale ma di Movimento Studentesco) mal si accordava con il presunto trotskismo di quelli di AO come me… Davvero parliamo di tanti tanti anni fa, anni in cui non ci si conosceva direttamente. Attraverso amici comuni potrei comunque ricostruire la loro vita di allora quasi giorno per giorno. Ma perché farlo? Posso solo dire che io, più giovane di qualche anno che ora è niente, ma da adolescenti erano secoli, già li ascoltavo a Radio Popolare, e questo ci basti.

A proposito di politica, di coerenza e di scelte di vita, posso dire che gli anni ci hanno sempre più ravvicinato, anche perché ne abbiamo visti davvero tanti (forse troppi) amici e compagni bacchettarci da sinistra, dall’alto, da dietro… per poi fare tanti salti di quaglia e vederceli seduti dietro scrivanie da direttori, in stanze con bottoni, quelli veri, non quelli della guerra dei bottoni (film che sicuramente i Nostri avranno visto direttamente al cinema, data l’età).

Ma lasciamo stare la nostalgia, la politica e gli anni che furono. I primi ricordi veri risalgono agli anni ottanta e al Teatro dell’Elfo dove mettemmo in scena l’ormai mitico Comedians. Mi sono perso invece l’altro lavoro che loro fecero con l’Elfo e cioè Eldorado: rimpiango anche solo le prove fatte a Stromboli, di cui ormai so tutto come se ci fossi stato, compreso il mitico scherzo che i miei compagni fecero a Michele durante una gita sul vulcano (gli riempirono lo zaino di pesanti sassi; lui se ne accorse solo sulla vetta e non capiva perché mentre lui faticava tanto, tutti gli altri durante la scalata ridessero così di gusto). Pare non l’abbia presa particolarmente bene. Pensate, un umorista con un mediocre senso dell’umorismo, non è un bel paradosso?

E poi tanti altri ricordi. Devo dire che ci siamo portati fortuna a vicenda, come con Comedians che fu uno degli spettacoli più fortunati della mia carriera, oppure quando io e Catania fummo da loro chiamati per eleggere la battuta del secolo presso la sede storica dello Zelig in viale Monza 140 e nessuno pensava che da quella iniziativa sarebbe poi nato il fortunatissimo ciclo editoriale di “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”. Sull’onda di quel successo, i Nostri tirarono dentro anche me, come del resto Paolo Rossi, Antonio Albanese, Gene Gnocchi e tanti nostri amici, nel loro progetto editoriale con Baldini & Castoldi, con cui pubblicai “Quella Vacca di Nonna Papera” e “Prima comunella, poi comunismo”. Poi mica gli si può stare sempre dietro… da B&C passarono a Rizzoli mentre io ebbi rapporti con Mondadori e poi ancora fondarono Kowalski e lì ci sono ricascato con un cofanetto (dvd e libro) tratto da “Monsieur Malaussène” di Daniel Pennac.

A proposito di incontri fortunati, vogliamo anche dire che galeotti furono nell’incontro con la mia futura moglie e madre dei miei figli? Galeotti furono loro e un festival di cinema comico in quel di Boario nel 1992 dove loro erano i direttori artistici, io ero stato da loro chiamato a presentare e la mia futura compagna faceva l’ufficio stampa. Per la cronaca, in questo momento riesco finalmente a scrivere queste due righe solo perché mia moglie (d’ora in poi possiamo pure chiamarla Sandra) è in montagna con la moglie di Michele e con tutti i bambini (legittimi e illegittimi) mentre io e Michele siamo rimasti a Milano convalescenti (?).

A proposito di rapporto tra verità e finzione, voglio rimandare i lettori al bel romanzo della pregevole coppia “Neppure un rigo in cronaca” dove alcuni personaggi di fantasia sono descritti come alcuni della nostra banda (tra le righe si possono riconoscere Abatantuono, Catania, Alberti, Orlando, Palladino…). A me è stato ironicamente attribuito il ruolo di un cornuto, sposato con una mezzo-tedesca (Sandra è di Bolzano, NdA). Grazie Gino, grazie Michele.

Comunque, oltre a esserci portati fortuna reciprocamente, devo dire senza troppa enfasi che ne abbiamo portata anche ad altri. Ad esempio a Corrado Staiano che appoggiammo nella sua campagna elettorale e, mi sembra di ricordare, in quella tornata fu l’unico eletto della sinistra in tutta la Lombardia. O a un ex compagno di studi e di giochi della nostra ammirata coppia che decise di fare il sindaco di Bologna, tal Sergio Cofferati, a cui organizzammo una bella serata a Bologna che non sarà stato il motivo per cui ha vinto, ma tant’è.
E poi ricordi vari in ordine sparso, tra cui un entusiasmante Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma con centinaia di migliaia di persone, una bella serata al Palavobis di Milano contro la riforma Moratti (che sarà servita a poco, ma almeno ci abbiamo provato)!
E ancora: alcune intense partite a pallone vuoi insieme (se si trattava della squadra dei Comedians) vuoi contro (se si trattava di derby del cuore vari ed eventuali).

E come, avrete notato, ho accuratamente cercato di omettere il nome zelig circus… perché siamo dei signori, perché se ne parla fin troppo, perché sì.

 

 

 

Paolo Cevoli
(
www.paolocevoli.it)

G&M, assieme a Bozzo Giancarlo, sono i miei maestri e scopritori. A loro devo il fatto che milioni di persone hanno scoperto quanto sono patacca.
Prima lo sapevano solo parenti ed amici. Difatti se stavo a casina mia era quasi meglio.

 

 

 

 

 

Matteo Molinari

ANCHE LA CRITICA AMERICANA È D'ACCORDO: Gino è quello più basso, Michele è quello più alto.
Considero Gino & Michele soprattutto due colleghi, soprattutto due maestri, ma soprattutto due amici.

Li ho incontrati per la prima volta... Dio Santo, nel 1986!! E naturalmente all'epoca io non avevo nessuna idea di chi fossero. Dopo che mi fu spiegato il loro illustre passato, mi resi conto di saperne ancora meno di prima.
In ogni modo, per qualche strano motivo, decisero di "accudire" alla mia personcina, e ricordo ancora adesso i consigli e le critiche (mai imposti, mai astiose) che mi fecero - di cui ancora oggi faccio tesoro, difendendo il tutto neanche fossi Gollum.

La mia esistenza editoriale italiana (quand'è notata, s'intende) ha visto la luce soltanto ed esclusivamente grazie a Mr. Vignali & Mr. Mozzati. La mia gratitudine nei loro confronti è sincera e sempiterna.

Ed ora, dopo anni di amicizia e collaborazione, nonostante adesso un oceano intero ci separi, sono orgoglioso che l'amicizia e la collaborazione siano ancora due punti fermi su cui poter contare.
Anche se Michele non mi ha mai spiegato come faccia far stare su la cenere quando fuma una sigaretta, e Gino mi deve ancora una bustona di M&M's al cioccolato, voglio un mare di bene a questi due esseri umani. E ne vorrò loro sempre.
IL TERZO DELLE CICALE

 

Albertino dj
in arte IL MARCO RANZANI DI CANTU'

Cioè, non è che il Ranzani può perdere tempo a scrivere delle cose per quei 2 lì che non ho mai capito che macchina hanno e quindi non sono in grado di stabilire a quale classe sociale appartengono ... Barboni o non barboni? ... questo è il problema ...

Certo... devo riconoscere che se non fosse stato per loro non sarei mai approdato nello show business che mi ha permesso di avere parecchi vantaggi nella Cantù che conta (CCC)...
Incredibile, dopo le prime apparizioni a Zelig posso sgommare nel parcheggio del Media World senza dover per forza comprare qualcosa...( oh figa! avrò a casa almeno 150 plasma e non me ne faccio un cazzo), al Monte Carlo Fitness di Meda, la palestra dove vado ad allenare i polpastrelli a mandare gli sms con una speciale macchina della Tecnogym le fighe fanno a gara per salutarmi... a Cantù probabilmente mi dedicheranno una statua ( sarei il primo vivente a cui dedicano una statua) ... insomma una serie di benefit che non si possono comprare ... perché il Ranzani da comprare no c'ha piu un cazzo.
Quindi tutto sommato meglio tenereseli amici il Gino e il Michele ......
IL MARCO


Nico Colonna

Cosa dico di loro? Mamma mia che domanda difficile! Anzi non è difficile la domanda, ma rischia di essere lunga la risposta.
Devo cominciare con c'era una volta un'agenda che, tra le furibonde discussioni che caratterizzavano il mondo studentesco della sinistra militante alla fine degli anni settanta, ogni tanto si faceva e ogni tanto no. In una lontana estate del 1982 qualcuno della redazione aveva deciso che l'esperienza poteva considerarsi conclusa, causa contraddizioni antagoniste (e vacanze imminenti), allora il povero (non è un modo di dire) sottoscritto, caricata tra imprecazioni varie la Franca sul transit rosso, si è avviato prima in Friuli, a Sauris, e poi a Città di castello, in Umbria, per tentare di stampare la non famosa agenda chiamata dai più Smemoranda, e garantirsi almeno il pane, senza il salame, anche quell'anno...

Tra i redattori in vacanza, forse in gommone a Paxos tanto per cambiare, c'erano due giovani umoristi di buone speranza, Gino e Michele (farabutti! a distanza di anni ve lo voglio finalmente dire), che tra un ouzo e un piatto di moussaka filosofeggiavano sulle disgrazie altrui, ma soprattutto sulle contraddizioni: antagoniste o in seno al popolo, Trotsky o Stalin, Muller o Beccalossi? Ribadisco: bastardi! però al termine della loro non meritata vacanza è nato tra noi l' idillio, l'amore eterno (per piccole dosi sia chiaro perché i due, Michele soprattutto, sono anche diffidenti), che ci ha permesso nei venticinque anni di volerci sempre tanto bene... e così è nata l'agenda Smemoranda, il fenomeno editoriale che non ha eguali sicuramente in italia, e forse nel mondo, che ha svezzato ormai sei generazioni di studenti e marcia, incurante degli anni che passano, col vento in poppa...

Mi vengono in mente mille aneddoti che ci hanno accompagnato in questo fantastico lustro in cui il sogno, l'utopia, è diventata realtà al di là delle nostre più ottimistiche previsioni: il successo nostro e di tutto il mondo che ci circondava, le partite di calcio dei Comedians, l'Inter, i figli, le vacanze (finalmente non a Paxos, ma a Cuba o New York!), gli amici in pizzeria (non è vero, andavamo sempre al ristorante, finalmente senza chiederci quanto costava, Gino soprattutto!), il primo maggio di Roma, la Juve finalmente con le dita nella marmellata... Insomma ci è andata molto bene: bravi (secondo gli estimatori) e fortunati (dicono i detrattori), ma sta di fatto che ce l'abbiamo fatta, anche con un po' di culo, senza perdere la nostra tenerezza e confrontandoci quotidianamente con quella sindrome (di Peter Pan) che ci accompagna nonostante i capelli grigi (i loro, perché la mia capigliatura originaria tiene bene, alla faccia di Michele)... e anche questo modo di vivere la vita ha permesso a Bibì e Bibò di centrare tanti altri risultati importanti, primo fra tutti il fantastico successo televisivo di Zelig Circus (ci avevano già provato anni fa con Drive in ma la troppa gnocca presente in trasmissione ha distratto i nostri eroi, Gino & Michele soprattutto!)...
Che dire in conclusione? Evviva Gino e Michele, due amici che se non fossero venuti al mondo nel lontano 1949 (Gino) e 1950 (Michele), qualcuno avrebbe dovuto inventarli (cazzo, lo avessi fatto io, con la consulenza di Giusy e Mieke, sarebbero stati veramente perfetti)...

 

Maurizio Milani

Elena è la segretaria di Gino e Michele. Allo Zelig alla sera c’è scuro per cui a lei non avevo fatto caso. Così per otto anni. Domenica la vedo vestita bene, truccata, alta 175 cm e con una collana in ferro. A quel punto la telefonata d’urgenza a Cornacchione e abbiamo deciso che Elena è la donna più bella di Milano.
Poi però c’è la dottoressa Angela Lombardo che lavora sempre per Gino e Michele e a questo punto direi che è lei la donna più bella dell’editoria italiana.
Per essere onesto c’è Caterina di Rimini che non è bella ma è bellissima.
Comunque alla fine della fiera la donna più bella che lavora con Gino e Michele è 1° Michela, 2° Cosima di Smemoranda.
Il più bell’uomo che lavora con Gino e Michele è il dottor Bergamaschi, il 2° Luca Ussia.
Auguri.