Gino
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Michele
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D. Il tratto principale del suo carattere. |
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R. Sono molto timido. |
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R. Vivo in pace con le mie contraddizioni.. |
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D. La qualità che preferisce in un uomo. |
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R. La capacità di ascoltare e l’arguzia. |
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R. L’autoironia e l’ironia. |
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D. E in una donna. |
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R. La dolcezza. |
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R. L’ironia e l’autoironia. |
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D. Quel che apprezza negli amici. |
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R. La disponibilità a darmi quello che non ho in certi momenti, a volte un po’ di risate, a volte qualche anno in meno, a volte anche solo un po’ di silenzio. |
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R. Quelli veri ti sanno sopportare. |
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D. Il suo principale difetto. |
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R. Se la strada è troppo in salita tendo a ritirarmi al primo tornante. |
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R. A volte sono insopportabile. |
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D. La sua occupazione preferita. |
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R. Guardare le cose fatte bene: una partita, un film, un quadro. |
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R. Guardare dove metto i piedi. |
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D. Il suo sogno di felicità. |
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R. Mollare Michele a Gino Strada e mettere su ditta con Michele Serra, così nessuno dei due deve cambiare la carta intestata. |
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R. Non calpestare troppe merde. |
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D. Il suo rimpianto. |
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R. Da interista, il 5 maggio 2002. |
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R. Non ho rimpianti. Ho soltanto cose non ancora fatte e che farò di certo (ma escludo che imparerò l’inglese). |
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D. L’ultima volta che ha pianto. |
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R. Il 5 maggio 2002. |
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R. Piango senza ritegno, se mi occorre sfogarmi. |
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D. Il momento della sua vita in cui è stato più felice. |
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R. La prima volta che ho tenuto in braccio mio figlio. |
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R. Le nascite dei miei figli Martina e Marco, alle quali ho assistito da “buon padre moderno”. |
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D. La paura maggiore. |
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R. Di non rassegnarmi alla vecchiaia. |
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R. Un volo aereo tra Bangalore e le Andamane, in India. |
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D. Cosa possiede di più caro. |
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R. Tutto il gruppo all’interno del quale vivo. |
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R. Se dico Gino non mi crede nessuno. E fa bene. Dico Gino. |
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D. Che cosa le è riuscito meglio nella vita. |
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R. Andare d’accordo quasi con tutti. |
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R. Qualche anno fa abbiamo scritto un romanzo che mi piace particolarmente. |
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D. Quale sarebbe la disgrazia più grande. |
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R. Luciano Moggi capo del governo. E Berlusconi allenatore dell’Inter. |
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R. Luciano Moggi capo del governo. E Berlusconi allenatore dell’Inter. |
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D. Quel che vorrebbe essere. |
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R. Giuro che mi accontento. Anche se Kledi mi è molto simpatico... |
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R. Peter Pan ma con la passionalità di Che Guevara e la ragione di tutti quelli che hanno creduto che il mondo si potesse cambiare. |
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D. Il paese in cui vorrebbe vivere. |
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R. Ho un debole per il Messico. |
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R. Mi basterebbe Milano. Se... |
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D. Il colore preferito. |
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R. Naturalmente il blu. |
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R. Tutti quelli che ti sporcano le mani. |
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D. Il fiore preferito. |
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R. Il gelsomino |
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R. Il papavero se intorno ha il grano maturo. |
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D. L’uccello preferito. |
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R. Si offenderà qualcuno se dico che non ne ho? |
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R. Il pellicano. Cosa non si fa per sopravvivere. Guardate il suo becco.... |
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D. Bibita preferita. |
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R. Ok, confesso: la Coca Cola. |
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R. “My mojito a la Bodeguita, my daiquiri a la Floridita.” Lo diceva l’Ernest scrittore, che se ne intendeva un bel po’. |
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D. Il piatto preferito. |
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R. La piada “con dentro” la rucola e lo squaquerone. |
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R. Prevedibile: |
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D. Il suo primo ricordo. |
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R. Forse l’orto dei miei nonni materni a Rimini. |
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R. Mia mamma e mia nonna a Torre Pedrera. |
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D. L’oggetto più caro. |
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R. Michele. |
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R. Uno di quelli che mi hanno rubato. |
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D. Se avesse qualche milione di euro? |
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R. Diceva Marylin: “Io non voglio essere ricca, voglio solo essere meravigliosa”. |
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R. Diceva Marylin: “Io non voglio essere ricca, voglio solo essere meravigliosa”. |
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D. Autori preferiti in prosa. |
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R. Georges Simenon. Tra i “nostri” giovani, Ammaniti e Dazieri. |
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R. Pérec e Queneau tutti. Mi strugge Nell’intimità di Kureishi, un coraggioso percorso sull’abbandono... |
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D. Poeti preferiti. |
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R. No, li odio. |
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R. Tutti quelli che non fingono. Mi diverte tantissimo rileggere Prévert. |
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D. Cantante preferito. |
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R. Fabrizio De André. |
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R. Non ce n’è uno solo. Dylan su tutti. E i cantautori. De André, Guccini, De Gregari, Jannacci soprattutto ieri. Fossati soprattutto oggi. La Callas le volte che entro in sintonia con il melodramma, cosa rara. Il jazz dagli anni Cinquanta in avanti. |
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D. I suoi eroi della finzione. |
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R. Tex e Tafazzi. |
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R. Roger Rubbitt e Cheech, la guardia del corpo dell’attricetta Olive in Pallottole su Broadway, quello che cambia il testo di una pessima commedia e la trasforma in capolavoro. E le Fate Ignoranti di Peter Pan, ma il loro sesso è confuso. |
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D. Le eroine della finzione. |
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R. Eva Kant e Monica Bellocci (che non so se è finta, ma per me è eroina eccome). |
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R. Teresa Batista e la Madonna. |
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D. I compositori preferiti. |
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R. E’ un campo che conosco poco.. |
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R. Il jazzista Luca Flores, scoperto grazie a Veltroni nel suo Il disco del mondo. |
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D. I suoi pittori preferiti. |
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R. Van Gogh mi ha sempre emozionato. Tra i contemporanei scelgo il mio amico Luca Guaitamacchi. |
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R. Il Sironi delle periferie. Boccioni, Picasso, Van Gogh. Hopper. Condivido con Gino una passione per il pittore contemporaneo milanese Luca Guaitamacchi e per Marco Petrus. |
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D. Film cult. |
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R. Il laureato e Amarcord. |
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R. Eva contro Eva, Sabrina, Il vedovo, Queimada, Manhattan, Bananas, Zelig, Blade Runner. Apocalypse now. Molto Fellini e tutto Scola. Gli amici non li cito. |
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D. Canzone che fischia più spesso sotto la doccia. |
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R. Adesso White flag di Dido. |
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R. Il ragazzo della via Gluck. Non la fischio, la canto. Tutta, compreso “l’amico treno che fischia così: Uauaaa...” |
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D. Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe. |
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R. Ammetto di condividere con Silvio Berlusconi la carenza di una quindicina di centimetri. |
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R. I piedi in dentro. Gli occhi in giù. Il naso grosso. Il culo assente. La pelle grassa. Oppure quel bugiardone dello specchio. |
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D. I suoi eroi nella vita reale. |
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R. I volontari di tutte le cause umanitarie. |
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R. “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”... |
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D. Le sue eroine nella storia. |
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R. Veline, letterine, letteronze, tutte quelle che si fidanzano con i calciatori. Voglio dire, non deve essere facile. |
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R. “Beate le popole che non hanno bisogno di eroine”... |
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D. I nomi preferiti. |
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R. I nomi che incominciano per emme. |
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R. I nomi che incominciano per emme. |
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D. Quel che detesta di più. |
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R. La prepotenza e quelli che urlano. |
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R. L’esibizione del potere. |
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D. I personaggi storici che disprezza di più. |
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R. I grandi conquistatori alla Cortés. |
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R. I dittatori di tutte le epoche. |
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D. E quelli a cui vorrebbe assomigliare. |
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R. 80% Gino Strada, 20% Marlon Brando. O forse il contrario… |
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R. 80% Gino Strada, 20% Marlon Brando. O forse il contrario… |
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D. Il dono di natura che vorrebbe avere. |
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R. Farei di tutto per essere invisibile. |
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R. Si può dire?…. Allora lo dico: la sintesi. E affanculo i maliziosi. |
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D. Come vorrebbe morire. |
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R. Vorrei morire dopo di me. Non prima, se no mi commuovo quando me lo dicono. |
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R. Vorrei morire dopo di me. Non prima, se no mi commuovo quando me lo dicono. |
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D. Stato d’animo attuale. |
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R. Vivo e vegeto. E non come diceva qualcuno: “Vivo. E vegeto.” |
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R. Vivo e vegeto. E non come diceva qualcuno: “Vivo. E vegeto.” |
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D. Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza. |
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R. Quelle legate all’inesperienza |
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R. Quelle dei bambini. E dei vecchi-vecchi, quando tornano bambini. |
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D. Il suo motto. |
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R. “Dio tace. Ah, se adesso si riuscisse a far chiudere il becco all’uomo!”. |
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R. “Nessuno è perfetto” |