Il faccia a faccia (Da Io Donna, 2004)

Gino
 
Michele

 

 D. Il tratto principale del suo carattere.

 

R. Sono molto timido.

 

R. Vivo in pace con le mie contraddizioni..




 

D. La qualità che preferisce in un uomo.

 

R. La capacità di ascoltare e l’arguzia.

 

R. L’autoironia e l’ironia.




 

D. E in una donna.

 

R. La dolcezza.

 

R. L’ironia e l’autoironia.




 

D. Quel che apprezza negli amici.

 

R. La disponibilità a darmi quello che non ho in certi momenti, a volte un po’ di risate, a volte qualche anno in meno, a volte anche solo un po’ di silenzio.

 

R. Quelli veri ti sanno sopportare.




 

D. Il suo principale difetto.

 

R. Se la strada è troppo in salita tendo a ritirarmi al primo tornante.

 

R. A volte sono insopportabile.




 

D. La sua occupazione preferita.

 

R. Guardare le cose fatte bene: una partita, un film, un quadro.

 

R. Guardare dove metto i piedi.




 

D. Il suo sogno di felicità.

 

R. Mollare Michele a Gino Strada e mettere su ditta con Michele Serra, così nessuno dei due deve cambiare la carta intestata.

 

R. Non calpestare troppe merde.




 

D. Il suo rimpianto.

 

R. Da interista, il 5 maggio 2002.

 

R. Non ho rimpianti. Ho soltanto cose non ancora fatte e che farò di certo (ma escludo che imparerò l’inglese).




 

D. L’ultima volta che ha pianto.

 

R. Il 5 maggio 2002.

 

R. Piango senza ritegno, se mi occorre sfogarmi.




 

D. Il momento della sua vita in cui è stato più felice.

 

R. La prima volta che ho tenuto in braccio mio figlio.

 

R. Le nascite dei miei figli Martina e Marco, alle quali ho assistito da “buon padre moderno”.




 

D. La paura maggiore.

 

R. Di non rassegnarmi alla vecchiaia.

 

R. Un volo aereo tra Bangalore e le Andamane, in India.




 

D. Cosa possiede di più caro.

 

R. Tutto il gruppo all’interno del quale vivo.

 

R. Se dico Gino non mi crede nessuno. E fa bene. Dico Gino.




 

D. Che cosa le è riuscito meglio nella vita.

 

R. Andare d’accordo quasi con tutti.

 

R. Qualche anno fa abbiamo scritto un romanzo che mi piace particolarmente.




 

D. Quale sarebbe la disgrazia più grande.

 

R. Luciano Moggi capo del governo. E Berlusconi allenatore dell’Inter.

 

R. Luciano Moggi capo del governo. E Berlusconi allenatore dell’Inter.




 

D. Quel che vorrebbe essere.

 

R. Giuro che mi accontento. Anche se Kledi mi è molto simpatico...

 

R. Peter Pan ma con la passionalità di Che Guevara e la ragione di tutti quelli che hanno creduto che il mondo si potesse cambiare.




 

D. Il paese in cui vorrebbe vivere.

 

R. Ho un debole per il Messico.

 

R. Mi basterebbe Milano. Se...




 

D. Il colore preferito.

 

R. Naturalmente il blu.

 

R. Tutti quelli che ti sporcano le mani.




 

D. Il fiore preferito.

 

R. Il gelsomino

 

R. Il papavero se intorno ha il grano maturo.




 

D. L’uccello preferito.

 

R. Si offenderà qualcuno se dico che non ne ho?

 

R. Il pellicano. Cosa non si fa per sopravvivere. Guardate il suo becco....




 

D. Bibita preferita.

 

R. Ok, confesso: la Coca Cola.

 

R. “My mojito a la Bodeguita, my daiquiri a la Floridita.” Lo diceva l’Ernest scrittore, che se ne intendeva un bel po’.




 

D. Il piatto preferito.

 

R. La piada “con dentro” la rucola e lo squaquerone.

 

R. Prevedibile:
La cutulèta...




 

D. Il suo primo ricordo.

 

R. Forse l’orto dei miei nonni materni a Rimini.

 

R. Mia mamma e mia nonna a Torre Pedrera.




 

D. L’oggetto più caro.

 

R. Michele.

 

R. Uno di quelli che mi hanno rubato.




 

D. Se avesse qualche milione di euro?

 

R. Diceva Marylin: “Io non voglio essere ricca, voglio solo essere meravigliosa”.

 

R. Diceva Marylin: “Io non voglio essere ricca, voglio solo essere meravigliosa”.




 

D. Autori preferiti in prosa.

 

R. Georges Simenon. Tra i “nostri” giovani, Ammaniti e Dazieri.

 

R. Pérec e Queneau tutti. Mi strugge Nell’intimità di Kureishi, un coraggioso percorso sull’abbandono...




 

D. Poeti preferiti.

 

R. No, li odio.

 

R. Tutti quelli che non fingono. Mi diverte tantissimo rileggere Prévert.
Mi hanno concupito dall’adolescenza Gozzano e i Crepuscolari.




 

D. Cantante preferito.

 

R. Fabrizio De André.

 

R. Non ce n’è uno solo. Dylan su tutti. E i cantautori. De André, Guccini, De Gregari, Jannacci soprattutto ieri. Fossati soprattutto oggi. La Callas le volte che entro in sintonia con il melodramma, cosa rara. Il jazz dagli anni Cinquanta in avanti.




 

D. I suoi eroi della finzione.

 

R. Tex e Tafazzi.

 

R. Roger Rubbitt e Cheech, la guardia del corpo dell’attricetta Olive in Pallottole su Broadway, quello che cambia il testo di una pessima commedia e la trasforma in capolavoro. E le Fate Ignoranti di Peter Pan, ma il loro sesso è confuso.




 

D. Le eroine della finzione.

 

R. Eva Kant e Monica Bellocci (che non so se è finta, ma per me è eroina eccome).

 

R. Teresa Batista e la Madonna.




 

D. I compositori preferiti.

 

R. E’ un campo che conosco poco..

 

R. Il jazzista Luca Flores, scoperto grazie a Veltroni nel suo Il disco del mondo.
Poi: Keith Jarrett, Mozart, Ciakowski...




 

D. I suoi pittori preferiti.

 

R. Van Gogh mi ha sempre emozionato. Tra i contemporanei scelgo il mio amico Luca Guaitamacchi.

 

R. Il Sironi delle periferie. Boccioni, Picasso, Van Gogh. Hopper. Condivido con Gino una passione per il pittore contemporaneo milanese Luca Guaitamacchi e per Marco Petrus.




 

D. Film cult.

 

R. Il laureato e Amarcord.

 

R. Eva contro Eva, Sabrina, Il vedovo, Queimada, Manhattan, Bananas, Zelig, Blade Runner. Apocalypse now. Molto Fellini e tutto Scola. Gli amici non li cito.




 

D. Canzone che fischia più spesso sotto la doccia.

 

R. Adesso White flag di Dido.

 

R. Il ragazzo della via Gluck. Non la fischio, la canto. Tutta, compreso “l’amico treno che fischia così: Uauaaa...”




 

D. Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe.

 

R. Ammetto di condividere con Silvio Berlusconi la carenza di una quindicina di centimetri.

 

R. I piedi in dentro. Gli occhi in giù. Il naso grosso. Il culo assente. La pelle grassa. Oppure quel bugiardone dello specchio.




 

D. I suoi eroi nella vita reale.

 

R. I volontari di tutte le cause umanitarie.

 

R. “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”...




 

D. Le sue eroine nella storia.

 

R. Veline, letterine, letteronze, tutte quelle che si fidanzano con i calciatori. Voglio dire, non deve essere facile.

 

R. “Beate le popole che non hanno bisogno di eroine”...




 

D. I nomi preferiti.

 

R. I nomi che incominciano per emme.

 

R. I nomi che incominciano per emme.




 

D. Quel che detesta di più.

 

R. La prepotenza e quelli che urlano.

 

R. L’esibizione del potere.




 

D. I personaggi storici che disprezza di più.

 

R. I grandi conquistatori alla Cortés.

 

R. I dittatori di tutte le epoche.
E i guerrafondai dell’età contemporanea.




 

D. E quelli a cui vorrebbe assomigliare.

 

R. 80% Gino Strada, 20% Marlon Brando. O forse il contrario…

 

R. 80% Gino Strada, 20% Marlon Brando. O forse il contrario…




 

D. Il dono di natura che vorrebbe avere.

 

R. Farei di tutto per essere invisibile.

 

R. Si può dire?…. Allora lo dico: la sintesi. E affanculo i maliziosi.




 

D. Come vorrebbe morire.

 

R. Vorrei morire dopo di me. Non prima, se no mi commuovo quando me lo dicono.

 

R. Vorrei morire dopo di me. Non prima, se no mi commuovo quando me lo dicono.




 

D. Stato d’animo attuale.

 

R. Vivo e vegeto. E non come diceva qualcuno: “Vivo. E vegeto.”

 

R. Vivo e vegeto. E non come diceva qualcuno: “Vivo. E vegeto.”




 

D. Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza.

 

R. Quelle legate all’inesperienza

 

R. Quelle dei bambini. E dei vecchi-vecchi, quando tornano bambini.




 

D. Il suo motto.

 

R. “Dio tace. Ah, se adesso si riuscisse a far chiudere il becco all’uomo!”.

 

R. “Nessuno è perfetto”
(battuta finale di A qualcuno piace caldo
).