L'imperfetto

L'imperfetto

 

«Le spiace se fumo?»

«Si figuri. Fumo anch'io.»

«Davvero non le spiace? Non faccia complimenti.»

«No, guardi… Faccia come crede.»

«Allora fumo… Ha da accendere?»

«No, mi spiace, ho dimenticato l' accendino.»

«Accendo col mio.»

«Ah.»

«Non si dovrebbe.»

«Cosa?»

«Non si dovrebbe fumare.»

«Già.»

«lo è da dieci anni che cerco di smettere. L'ultima volta sono ingrassato dieci chili.»

« ... »

«Lei che è così giovane, però ... Lei che è così giovane non dovrebbe fumare.»

«Non sono tanto giovane.»

«Non è giovane? Ma sa quanti anni ho io? Dica uno sproposito ... »

«Trecentoquindici. »

«Ah, che simpatico! Comunque giovane o non giovane non bisognerebbe fumare, sa? lo avevo un amico che fumava. Fumava neanche tanto. Dieci, quindici. Be', si sarà accorto anche lei che uso l'imperfetto. Eh, adesso non fuma più. Cancro.»

«Mi spiace.»

«Può succedere a tutti. lo e lei siamo a rischio ... » «Permette? Esco un attimo.»

«Allora vede che il fumo le dà fastidio? Bastava dirlo. »

«No, no ... È che devo andare un momento in bagno.»

«Anche a lei?»

«A me cosa?»

«Anche a lei il fumo fa quell' effetto lì?»

«Scusi, ma quale effetto?»

«Oh bella! Ma l'effetto di andare in bagno! Pensi che a me succede sempre, ma solo quando fumano gli altri. Se fumo io no.»

«Ah. Mi fa piacere.»

«Si figuri a me. Lei non ci crederà ma io di norma sono stitico. Per fortuna la mia signora fuma. Così in casa vado regolare... Perfetto, no? Tutto quadra e il cer­chio si chiude.»

«Già, tutto quadra. Scusi ma adesso devo pro­prio ...»

«Senta, le do un consiglio. Se va in bagno vada nel gabinetto all'inizio del vagone: lì ci sono i copriasse di carta.»

«Grazie, ma sto andando in bagno a sciacquarmi le mani. Fa caldo ...»

«Bastava dirlo. Pronti! Apro il finestrino.»

«No, no, stia calmo. Esco io.»

«Come crede. Certo che se aprissi un filo il finestri­no potrei fumare senza troppi sensi di colpa. Basta stare attenti ai colpi d'aria. Sa che avevo un amico che una volta in treno prese un colpo d'aria... polmonite fulmi­nante.»

«Mmm ...»

«Si sarà accorto che uso l'imperfetto!»

«Mi sono accorto. Però se permette adesso esco un attimo.»

«Faccia, faccia pure. Ah, mi scusi, ma già che è in piedi non è che mi può prendere quella borsa lì in alto?»
«Dovere ... Questa?»

«No, no, non quella, quella di fianco. Questa sopra di me.»

«Questa? »

«Codesta ... Mi consenta ma io sono un insegnante. Questo vicino a chi parla, codesto lontano da chi parla e vicino a chi ascolta, quello lontano da chi parla e da chi ascolta ... Lei ha studiato, vero?»

«Abbastanza. »

«Ragioneria?»

«No. Liceo.»

«Sa che non l'avrei mai immaginato?»

«Neanch'io.»

«Ma cosa fa, sta uscendo?»

«Lei cosa dice che sto facendo?... »

«Aspetti un attimo. Ha da accendere?»

«Ancora?»

« Vede allora che le dà fastidio?»

«Guardi, il fumo non mi dà per niente fastidio. Mi danno fastidio a volte certi fumatori.»

«E fa benissimo! Non bisognerebbe fumare. lo ave­vo un amico che fumava. Si sarà accorto che uso l'im­perfetto ... »

 

(tratto da La locomotiva, Zelig editore, 1994)