Amica, ricordi «Bonanza»?
Amica, ricordi «Bonanza»?
(L'amica di Nonna Speranza)
Un anno intorno al '60
tra un film di «Bonanza»
e Villa che canta.
I.
Maria di Loreto in cornice, l'effige del papa, la Loren
il poster del Milan (le buone cose di pessimo gusto),
la televisione in salotto, « Conoscere» nello scaffale,
la nuova transistor cordiale annuncia che sono le quattro,
« La Stock di Trieste ricorda e se avete perso consola ... »
sul tavolo la Coca Cola, per terra le scarpe di corda
e sul mangiadischi olandese il nuovo successo di Mina,
(« la sua Tintarella di luna però la fa meglio Noschese »),
le chiavi della millecento, le fotografie
e il monito «Babbo non correre!» segnato in timido argento,
il gran lampadario vetusto, o forse la sua imitazione,
che immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
Tajoli sul video che canta, la fòrmica con sopra il fiasco
di vino Ferrari... rinasco negli anni intorno al Sessanta!
II.
I fratellini in cucina quest'oggi non vogliono stare
perché c'è odor di mangiare: è accesa la tele già in sala.
Ché oggi è più festa che mai. È giunta la grande vacanza:
iniziano i films di Bonanza, la serie con i Cartwright.
È poco che c'è la tivù ma per i bimbi è lo stesso:
da oggi hanno avuto il permesso di stare alzati di più.
Calindri facendo un filotto con fare serio assicura:
« Non può durare, non dura» e beve una china di botto;
ed ecco l'omino coi baffi, la bocca si muove a vocali,
gli slogans un poco banali che sembrano degli epitaffi.
Eppure Ercolino sta in piedi, Modugno con Api già vola
e Carosello consola gli strati di pubblico medi.
« Silenzio bambini, Tognazzi! » - bambini state un po' buoni -
la buona stella Negroni precede uno show di Luttazzi.
Canzoni di buona creanza s'alternano al grosso Bramieri,
saltella sul video Sentieri... « Ma quando arriva Bonanza? ».
E l'urlatore riversa imprevedibili acuti
– chissà se Livio Berruti ha vinto i 200 ad Anversa? –
La Mina canta. Canfora suona. Dolce e sbiadito
Aurelio Fierro intona Il mare all'infinito.
Gorgheggi al vento dispersi, gementi tra cuore e cervello
e poi Alberto Lionello con pochi bruttissimi versi:
… splende il sol
brilla il mar
tutto intorno
più bello appar
se canti
questo allegro ritornello
sempre quello
che fa così:
la la la la
la la la la...
O musica! Lieve armonia! E già nell'animo ascoso
ognuno sorride bramoso sognando la lotteria.
Sorteggi della speranza! Canzoni abbinate al biglietto!
« Bambini andate un po' a letto! » - «Ma oggi non c'era Bonanza ».
III.
Giungeva lo Zio, signore virtuoso, già caro al Littorio,
ligio al passato al Vittorio Veneto, al monocolore;
giungeva la Zia, con la stola, il tailleur di donna dabbene,
ligia al passato sebbene lettrice di Carlo Cassola.
« Baciate da bravi gli zii! » dicevano il Babbo e la Mamma,
e alzavano il volto di fiamma dei piccolini restii.
«E questa è l'amica di Jenny: si tratta di Annamaria
Capanna: è amica per via del doppio al torneo di tennis ».
« Ma bene... ma bene... ma bene... » diceva gesuitico e tardo
lo Zio di molto riguardo «... ma bene... ma bene... ma bene...
Capanna? Conobbi un Capanna mi pare... se non mi tradisce il cervello
sicuro, a Città di Castello studiava, si dava da fare... »
« Gradite un whisky scozzese? » - «Ma certo sorella, magari... »
E con un fare cortese sedevano in bei conversari.
«… eh, qui si va troppo a sinistra... » - «Mi sembra che questo Fanfani... »
«Hai visto a Verona l'Ernani… » - «Moravia non è socialista? »
«Ma Gronchi e Tambroni che fanno? Non son della stessa corrente? »
« Ho visto un sacco di gente all'ultimo derby quest'anno ».
«Togliatti? Ma che distensione! » - « ... Roncalli dai carcerati ... »
«Che scandalo quei due Casati» - « ... a Reggio la rivoluzione! »
«E questo Lumumba nel Congo che fa il comunista ad oltranza,
non credo abbia molta speranza: l'ammazzeranno, suppongo».
«Sentito? John Kennedy eletto... sarà certo un gran presidente... »
«M'han detto ch'è pure credente, non ha proprio neanche un difetto! »
« È certo uno spirito insonne, e forte e vigile e scaltro... »
«È bello? » - «Non brutto; tutt'altro ». - « Gli piacciono molto le donne... »
« Voi due non andate giù al tennis? ... Sapete, c'è - gente per bene!
c'è il figlio del dottor Piovène che pare sia pazzo per Jenny ... »
Allora le amiche sornione lasciavano con un banale
saluto studiato e cordiale lo Zio e la Zia col visone.
IV.
La palla per una volée di troppa precipitazione
giù supera la recinzione; «Le cinque: è l'ora del tè ».
I jeans di Annamaria son rigidi ancor di bucato
emblemi di un mito importato che sa di cow boy e di Cia.
Si siedono sui tavolini del bar del « Tennis Milano »
scartando i pensieri pian piano racchiusi nei cioccolatini.
«Ah! se tu sapessi che occhioni!» - «Quant'anni?» - « Ventotto »
« Poeta? » - «Macché, fosse matto! Invece compone canzoni ».
Nel juke-box han messo su un lento. I Platters s'abbrunano in coro
e con questo dolce sonoro la luna si veste d'argento.
Romantica. Rascel già canta, la musica bacia le chiome
dei pioppi, dolcissima come gli amori degli anni Sessanta.
«Hai letto la vita di Presley sul numero tre di "Anna-bella"? »
«Ho letto. E tu hai letto quella su "Grazia" della Grace Kelly? »
« ... mah! Sogni di là da venire! » - « Il tè s'è fatto più denso ... »
« Che noia! » - «Che pensi?» - « Non penso ». - «Ti piacerebbe morire? »
« Sì! Lo farei per Sentieri, per Gianco o per Celentano!
Un giorno l'ho visto a Milano: mi sembra che sia ancora ieri! »
« E l'ami? » - « Che versi divini! Mi diede l'autografo, sai?
Non posso scordarmelo mai… È meglio anche di Filippini!»
V.
« Bonanza »! nome non fine, ma dolce sognar per l'utenza!
Resusciti la diligenza, precedi le Kessler divine.
Rivivo le sere, bambino, passate al televisore,
ricordo le sberle sonore per farmi svegliare al mattino.
Rivedo Dorelli che canta, il Mago Zurli, Calimero, rimpiango forse davvero quegli anni intorno al Sessanta.
Con voi Jenny Luna, Sentieri, Vanoni, Dallara, Vianello,
con voi Walter Chiari, Lionello, Tognazzi, Don Lurio, Bramieri,
con voi Silvio Noto, Sampò, Bongiorno, Tortora, Riva,
un'epoca d'oro nasceva. O forse di piombo, non so.
Ma te non rivedo nel fiore, o Marilyn cara! Ove sei
o sola che, forse, potrei amare, amare d'amore? »
(da M'avessero imparato a volare, Savelli editore, 1979)