Smemoranda

SMEMORANDA PER NOI...

 

Abbiamo più volte cercato di ricostruire con precisione la storia di Smemoranda e del suo mondo, ma arrivare alle radici vere è difficile per tutti, come accade quando le cose non nascono da un progetto a tavolino ma soprattutto da un’esigenza e da un’intuizione collettive.

La più famosa agenda-diario-libro del nostro paese ha origini lontane, nel 1979 e forse l’anno prima si può considerare come “antenato ufficiale” una specie di agenda rossa con una sedia da regista in copertina. Non si chiamava ancora Smemoranda, ma già aveva i quadretti…

La storia di Smemoranda è inizialmente solo milanese e noi due entrammo già dal primo numero a far parte dei collaboratori. L’anno dopo ci fu chiesto dalla cooperativa un po’ scalcagnata ma piena d’entusiasmo che gestiva questo non-business dientrare nel gruppo direttivo.  Arrivò Nico Colonna. Lavorammo insieme per migliorarla e Nico vi si dedicò a tempo pieno. In pochi anni l’agenda divenne mito prima a Milano, e poi su tutto il territorio nazionale. La cooperativa si diede una struttura più professionale e vennero assunti i primi dipendenti.

La storia più recente di Smemoranda si può trovare qui, fra i “dicono di noi” a firma Nico Colonna e nel sito Smemoranda, andando a ripercorrerne le edizioni dal 1979.

Il sito è collegato a quello di Gut, l’azienda che le si affiancò molto presto nel suo percorso e nel suo sviluppo anche commerciale e distributivo. Ora Gut e Smemoranda appartengono, insieme a molti altri marchi, a Smemoranda Group spa e da essa vengono commercializzati e distribuiti.

E’ quasi superfluo, per chi ci conosce, sottolineare quanto siamo legati a questa storia. Insieme a Radio Popolare e a poche altre cose rappresenta le nostre reali radici, tanto che noi stessi trascorriamo ancora gran parte del tempo nei nostri uffici di Smemoranda stessa.

Certo, ingrandendosi il tutto, molte cose sono necessariamente cambiate e una serie di complicità che hanno reso gli inizi più affascinanti, oggi hanno lasciato spazio in parte a una professionalità più alta ma anche inevitabilmente meno ammiccante. E’ un po’ il destino di tutte le nostre intraprese, nate soprattutto per entusiasmo e gusti personali, e finite poi per dover essere gestite con maggior professionalità e senso di responsabilità di quanto non accadesse all’origine…

Forse, pensiamo, il giusto modo di essere imprenditori nella creatività sta nel mezzo tra il riuscire a salvare le origini e la consapevolezza di dover contribuire a fare crescere una realtà aziendale importante. Questo dipende da noi soprattutto, ma anche da chi ci segue e da chi ci affianca nel nostro lavoro.