L'unità Matteo Molinari

G&M scrittori

Matteo "Missile" Molinari

 

Matteo Molinari, per gli amici Missile, è il terzo autore della sagra delle Formiche e delle Cicale. Pubblichiamo qui di seguito un articolo che scrivemmo per l'Unità nel 2001(collaborammo al quotidiano chiamati dall'allora direttore Walter Veltroni) molti anni or sono, quando Matteo decise di andare a vivere a Los Angeles, città in cui abita e lavora tuttora.

 


Credevo di essere Dio, un Dio vivente. E ognuno degli altri tre mi guardava e mi diceva: ’Scusa, sai, ma Dio sono io.” Se è vero che Ringo Starr dei quattro di Liverpool era il meno dotato musicalmente, era però di certo il più fornito di senso dell’umorismo, perché questa battuta (la 2.242 della raccolta globale delle Formiche Opera Omnia I-V appena uscita in libreria) è sua. Non è mai bello autocitarsi in un articolo. Quando leggiamo un giornalista che in un suo pezzo fa riferimento a un proprio libro, ci dà sempre un po’ fastidio. Allora diciamo che abbiamo riportato la battuta perché, essendo Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano un’antologia, usufruiamo della scappatoia di non aver riportato una cosa nostra, bensì la frase di un altro.

Ma come sono furbi questi due giovanotti: si fanno pubblicità, si criticano, si assolvono. Furbi? Macché. Lo saremmo se dicessimo che il libro contiene ben tremila battute, con tanto di vari e variegati indici e di nutrite biografie degli autori, con velenosissima chilometrica prefazione di Oreste del Buono. Con 450 pagine a sole 34.000 lire. Baldini & Castoldi: una fantastica e irrinunciabile strenna. Se lo facessimo saremmo davvero insopportabili. Ma poiché al contrario siamo buoni e sensibili, abbiamo deciso di dedicare questo pezzo a quelli che nei momenti di gloria se ne stanno un po’ appartati, nell’ombra. A quelli come Ringo Starr. A quelli come Matteo Molinari, che delle Formiche è il terzo autore, il più giovane, il più “televisivo” e quindi il meno considerato dalla critica. Matteo, come Ringo, suona a orecchio. Non ha fatto né la Bocconi né la Statale come invece abbiamo fatto noi. Ha iniziato a lavorare giovanissimo negli archivi televisivi, indispensabile topo di nastroteca, a cercare spezzoni comici, brandelli di trash-film, gag franch’ingrassiane. E noi ne abbiamo sfruttato la memoria assoluta. Si ricorda i frame, i fotogrammi, i titoli e gli autori. Tutti. La sua camera a Genova è piena di computer. Che sono lì da lui per imparare. E poi Matteo, con gergo da naja, in tv era stato ribattezzato da subito “Missile”, cioè burba, pivello. E Missile è restato, con grande senso dell’autoironia, anche ora, tanto che ce l’ha messo sul biglietto da visita: “Matteo -Missile- Molinari”. Missile, tra Luigi (Gino è un errore di gioventù) e Michele. Come Ringo tra Paolo, Giorgio e Giovanni. Missile & Ringo. Già da lì si capiva il loro destino. C’è sempre un Missile, un Ringo che nelle foto sta in seconda fila. E poi i Ringo, i Missile non sono mai molto alti, c’è il rischio che spariscano.

Un quotidiano amico, di grande tiratuta, che parli finalmente di lui: questo a Missile lo dovevamo. Anzi, ci piacerebbe pensare che la gente dopo questo articoletto si affacciasse alle finestre e come in Quinto Potere gridasse: “E’ Missile il vero autore delle Formiche e sai che ti dico? che forse quegli altri due non sono neppure mai esistiti”! Missile forever. Missile è vivo e lotta insieme a noi.

E poi c’è l’altra faccia della medaglia. Chi si logora meno dura di più. Guarda Ringo com’è rimasto giovane. Sempre la stessa espressione, e chi se ne frega se ne ha una sola e quella è. Degli altri tre uno - Giovanni - è già in panchina e in campo ci ha mandato la giapponese. I due che restano vivono di rendita, che è un bel vivere ma non è un bel vivere. Ringo invece si sbatte, organizza, si diverte. Fa la persona normale (o quasi), tanto nessuno se lo fila.

No, in questo Matteo Molinari non è del tutto identico a Ringo Starr. Missile se lo filano in tanti, ma lui vola alto e fa quello che gli va. Così adesso si è presentato ai suoi due vecchi compagni, quelli che vengono in primo piano nelle foto, con un passaporto nuovo, con tanto di timbri in regola, green card e molti ossequi dagli Usa per meriti professionali. Per ottenerla doveva dimostrare agli americani di aver fatto cose importanti in Italia. “Vi basta aver venduto due milioni di copie di un libro?” “Titolo?” “Le Formiche, The Ants.” Alla commisione immigrazione devono aver pensato a qualcosa come Congo o La sfera. “Vi basta?” Gli hanno detto “eccome” e gli hanno anche fatto i complimenti. E così Matteo zitto zitto se ne va in America, parte il mese prossimo e va a vivere a Los Angeles. Ha messo su una mini casa di produzione. Cinema. Con tutti quelli che ha visionato e memorizzato gli basterebbe fare qualche collage. Diventerà certamente importante come Rambaldi. Un italiano che tiene alto il nome del suo paese nel mondo. Tanto, è giovane. Ce ne ha di tempo davanti. Noi, i suoi due vecchi sfruttatori, compiamo 25 anni di attività in questi giorni. Abbiamo già dato. Oddio, non è che siamo vecchissimi e abbiamo in mente ancora una marea di cosette da scrivere e da fare. Ma i tanti flash ci hanno regalato qualche ruga di troppo. E allora viva Missile, che ha scritto ancora poco, ma ha la pelle liscia come un budino.

 

Gino & Michele