Prefazione
Attenti a quei due
«No. I gemelli Gino & Michele nascono nel 1976 da Radio Popolare. Per la realtà è Radio Popolare che nasce da Gino & Michele e qualche altro, ma, insomma, presso a poco è lo stesso. Sino ad allora Gino & Michele non avevano ancora capito cosa fare esattamente. Michele si era laureato con una tesi su Don Milani ed era entrato a lavorare in quel gineceo che era la Emme Edizioni di Rosellina Archinto. Gino faceva i controlli di gestione per varie aziende e si autodefiniva ragioniere politico, invece che prigioniero. Ogni tanto, si ripetevano che c'era bisogno di cominciare a ridere anche a sinistra, di sinistra. Ma i tempi erano di ideologia esigente, austerità pallosissima. Quando Gino & Michele provavano ad andare in giro nelle fabbriche per rallegrare un poco le masse, quelle sciagurate, ebbene nicchiavano. Gli operai, anzi, spesso non gradivano. Una volta in una mensa, gli tirarono dietro i panini per altro immangiabili. La grande occasione, per realizzare il loro sogno, gliel'ha offerta appunto Radio Popolare. Quando si va in giro tra la gente, la gente ti guarda e tu puoi tentar di resistere quanto vuoi: prima o poi, comunque, finisci per guardarla e sei fregato. Almeno se sei una persona per bene, ogni esibizione ti pesa e rischi la paralisi. Gino & Michele sono timidissimi. I microfoni della radio, che collegano il pubblico e nello stesso tempo lo confinano lontano, lo rendono incapace di reazione immediata di qualsiasi tipo, hanno favorito l'esplosione di Gino & Michele. Hanno cominciato con il ricordare, il celebrare, il commemorare. Do you remember Sixty Eight? O, l'indimenticabile Sessantotto! Per commemorarlo i gemelli Gino & Michele non hanno aspettato che scadesse il primo decennio e tanto meno il secondo. «Un grande successo», dicono ora i gemelli, «anche se solo milanese, di radio locale. Ci divertivamo da pazzi». Da allora hanno lavorato moltissimo, dappertutto. Dalla radio sono passati al teatro e dal teatro alla televisione che è sintesi di teatro e cinema, ora sono arrivati anche al cinema. Con la loro collaborazione ai testi sono riusciti a stabilire un rapporto tra spettacoli tanto disparati quali Drive in di Antonio Ricci e il cartellone del teatro dell'Elfo di Gabriele Salvatores e Elio De Capitani, Comedians per citare un titolo. Sono anche direttori artistici di un locale frequentatissimo come lo Zelig, direttori dell'agenda libro Smemoranda e ultimamente sono stati anche sceneggiatori e sfuggenti interpreti del film Kamikazen di Gabriele Salvatores. Quanto a scrivere, hanno sempre scritto molto, collaborando da Linus a Tango attraverso Il Mondo e il Guerin Sportivo e mandando fuori ogni tanto qualche libro. Però la prima grande esperienza non si scorda mai. E, quando sono stati arruolati da Sergio (Bobo) Staino per Tango, l'insidioso inserto satirico dell' Unità, Gino & Michele si sono rifatti al passato, e, sotto il titolo di un supplemento mensile del settimanale rizzoliano Oggi, hanno provato a ripresentare, ovviamente aggiornate, alcune delle biografie che un tempo avevano diffuso con successo dai microfoni di Radio Popolare. E il successo di Nomi d'Oggi è stato enorme, e non più solo milanese: è stato nazionale, anzi internazionale, dato che l'Italia è composta di nazioni che ancora non hanno firmato il trattato di pace. Così Gino & Michele hanno ripreso a scrivere come parlavano tanti anni fa. E sono venute fuori queste straordinarie biografie. «Raffaella Pelloni, in arte Carrà, nasce dalla Resistenza a Bologna nel 1943 . Il padre un bagnino di Bellaria con l'hobby della danza (fu il primo a ballare il tip tap sulla sabbia) le insegna i primi passi. .. » «Pippo Baudo nasce a Militello in provincia di Catania nel 1936, lo stesso anno in cui muore Luigi Pirandello, un siciliano che, se avesse potuto presentare le sue commedie a Domenica in, sarebbe diventato anche più famoso di Luciano De Crescenzo ... » «Eugenio Scalfari nasce nella fantasia di Forattini il 6 aprile 1924, sesto di quattro fratelli dai nomi alquanto stravaganti (Tirreno, Nuova Sardegna, Arena e Prealpina, la più piccolina). La sua è una tipica famiglia borghese di tradizione laica e radicaleggiante: il padre è un avvocato di Vibo Valentia, la madre è una tipografia mingherlina, ma proporzionata e abbastanza rumorosa ... » «Giulio Andreotti, 67 anni, nasce a Betlemme di sorpresa, quando tutti l'aspettavano a Roma, dove tra l'altro si era fatta ricoverare la madre ... ». Prima di questo, Gino & Michele hanno, certo, scritto altri libri Rosso un cuore in petto c'è fiorito (1978), M'avessero imparato a volare (1979) e Faceva un caldo torrenziale (1986). Ma il miglior risultato di Gino & Michele, appartenenti alla prima generazione che ha definitivamente saltato i libri, la prima generazione per cui lo scrivere è solo un annotare qualcosa che si deve trasformare in altro, è indubbiamente questo Nomi d'Oggi. Qui lo scrivere non è fine a se stesso, è la base di una comunicazione diversa sul mondo e col mondo che ci è toccato ih sorte. È veramente un messaggio offensivo per la troppa retorica in corso. I gemelli scardinano la vita altrui con la felicità e la complicità di chi sa di avere imboccato la strada giusta. In Nomi d'Oggi i riferimenti al passato sono tutti contestati, e il futuro appare di carattere ilarmente catastrofico. Gino & Michele si comportano come se tutto potesse davvero esser cambiato, perché avanti così non si può andare. «Bettino Craxi nasce nel 1934 sul pianeta Craxon, a soli lO minuti dal centro di Milano. Pianeta molto elegante, disegnato da Trussardi e arredato da Gae Aulenti, Craxon ha questa curiosa caratteristica: su di lui tutto è al 10% ... » «Achille Occhetto nasce, in un momento di disattenzione militante, a Torino nel 1936. I genitori, Bob Dylan e Joan Baez si trovano in Italia per un ciclo di conferenze dal titolo: "Il Duce ha paura degli Hippies?" ... » «Il signor Cossiga Francesco nasce a Sassari nel 1928. Appena venuto al mondo già se ne può intuire il carattere schivo e riservato: allo schiaffo dell'ostetrica che lo regge per i piedi, Francesco, invece di piangere, mette il broncio. A 10 mesi è talmente timido che dopo ogni poppata, per riparare, promette alla balia di sposarla ... ». In tempi tristi come i nostri in cui chiunque sia imbecille, abbia un tic o qualche altra malattia schifosa, sia recidivo della scuola dell'obbligo, proclama di far dell'umorismo demenziale, Gino & Michele si impongono per precisione e razionalità. Tanto per cominciare, invece di comportarsi come di solito i gemelli che cercano di accentuare la loro somiglianza per confondere gli altri, hanno badato a distinguersi l'uno dall'altro: Gino, infatti ha la barba, mentre Michele ha solo i baffi, Gino ha adottato il cognome d'arte di Vignali e Michele quello di Mozzati. Ma, se sei da solo con Gino, e dici: "Michele", lui si volta subito. E viceversa, se stai da solo con Michele e dici: "Gino".
Oreste del Buono
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