Il mitico Barte

Il mitico «Barte»

17 agosto
Il mitico «Barte»

(da Faceva un caldo torrenziale, Arnoldo Mondadori editore, 1986)

A pensarci bene non vi è poi tanta differenza. Nel contesto «Bartezzaghi - Parole Crociate a Schema Libero» il dibattito legato a un qualsiasi «21 orizzontale» può ricordare, per ampiezza di contenuti e visione globale della realtà, la famosa Assemblea (ottobre '69) dei Cub, Comitati unitari di base, alla Pirelli Bicocca. E cioè - inutile negarlo in sede storica - quando ci fu bagarre sul fatto se i compagni potevano usufruire sì o no dello sconto dipendenti sull'acquisto degli pneumatici. Nei due casi, «GTX radiale» o «21 orizzontale», la carica emotiva è la medesima anche se, a ben guardare, mentre su un cruciverba i risvolti che può prendere il discorso sono infiniti, a quella famosa Assemblea della Pirelli Bicocca si delinearono tra i compagni tre precise direttive sulla faccenda dello sconto pneumatici:

1. Quelli che non avevano la macchina e quindi erano per il no.

2. Quelli che avendo la macchina non gli andava di girare con le gomme tenute insieme con il Vinavil e che naturalmente erano per il sì.

3. Quelli che avendo la macchina l'avevano già caricata di «GTX» pagati al 50 per cento, con l'amico gommista giù all'angolo già pronto a sborsare il 70.

Per la cronaca fu proprio questo terzo caso a creare la frattura alla Pirelli e se non si venne alle mani ci si spinse pur sempre ad asserire che il plusvalore doveva essere corrisposto in gomme, che il valore di scambio ben si realizzava con la storia del gommista suddetto e che... insomma si esagerò: «Gomma dura senza paura» e «Radiali di tutto il mondo... », con quel che segue.

Nelle piazze, è vero, si vivevano tempi di grandi entusiasmi e in pista le Ferrari si comportavano degnissimamente, ma la confusione ideologica era grande e la spaccatura di Avanguardia operaia inevitabile. Così entrarono nel Pci quelli che avevano la macchina, nella clandestinità (con i radiali) quelli che l'avevano piena di «GTX», mentre tra quelli con le gomme al Vinavil si riscontrò un'alta percentuale di mortalità, soprattutto alla prima curva dopo Serravalle, quando la domenica erano soliti andare a trovare i compagni dell'Ansaldo. È per questo che Dp ha stentato tanti anni a racimolare il quorum.

Ma torniamo a Bartezzaghi che essendo a schema libero sta al di sopra delle parti, nonostante la «Settimana Enigmistica» vanti innumerevoli tentativi di imitazione, anche più della fatidica via italiana al socialismo. Bartezzaghi, il mitico «Barte», è l'ultima parola crociata, la più difficile, quella che quando finisce il «64 verticale», cioè l'estrema definizione in basso a destra, sei portato a metterci la firma sotto, a suggello di una vittoria che vale anni di sacrifici sui banchi di scuola.

Nella cultura postsessantottesca Bartezzaghi a «schema libero» ha certamente fatto più vittime del professor Toni Negri che probabilmente nelle sue elaborazioni teoriche non ha mai saputo risolvere quel «48 verticale» che fu la chiave di un'epoca e segnò la svolta definitiva dell'enigmistica mondiale e fors’anche della lotta armata. Il «48 verticale» più o meno suonava così: «È dura in guerra», e al di là di tanti drammatici fraintendimenti richiedeva una sola semplice risposta: la «G».

Capita spesso che Bartezzaghi sia l’ultima spiaggia dei lunghi pomeriggi estivi sotto l’ombrellone, quando girerebbero i santissimi anche a Suor Teresa di Calcutta a sapere che per finire lo «schema libero» ti manca una sola definizione e ti accorgi che, mentre la tavola del surf, che non ti serve a niente e ingombra, l’hai puntualmente portata, ti sei invece completamente dimenticato la Garzantina, unico indispensabile sussidio per risolvere anche il Bartezzaghi meno carogna. È in questi casi, come si diceva all'inizio, che nel contesto Bartezzaghi si scatena la bagarre. In un affannoso tourbillon di supposizioni volano risposte tirate fuori dai polverosi ripostigli liceali, finché si impara sulla propria pelle che «il 2 romano» non è il terzino Nela, ma semplicemente «II», e a stare «in mezzo al Foro» non sono né Cicerone né Tacito, ma la «O» e la «R». Ma queste sono le cose più semplici. I dibattiti, quelli veri tra i compagni, che ricordano i tempi dei Cub, si consumano su cose ben più sostanziali. Chi scrisse Nostra signora dei fiori? Qual è l'altro nome delle Muse? E quale la nostra 94a provincia?

«È di 4, c'è dentro una esse... » «Inizia per P, poi ce ne sono due vuote...» «Inizia per FA finisce per ORE... »

E mentre la situazione si fa tesa e l'aria diventa irrespirabile, il sole tramonta dietro le cabine, la tavola del surf fiammeggia beffarda di fronte alla sdraio, la Garzantina, in città, lontana anni luce, riposa accaldata dietro la libreria.

Per un pelo Bartezzaghi, il mitico «Barte», non è stato sconfitto. È destino della nostra generazione vincere le battaglie e perdere le guerre. Il sole sta ormai per scomparire, il dibattito si spegne senza rilevabili fratture e, soprattutto, in spiaggia comincia a far freddo. Forse è perché «nel golf e nel pullover» (48 verticale) non c'è la lana. Ci sono la «O» e la «L».