I Corti di Aldo Giovanni e Giacomo

I Corti di Aldo Giovanni e Giacomo (1995)

Regia di: Arturo Brachetti.
Testi di: Aldo Giovanni e Giacomo, scritti con Gino&Michele e con Giancarlo Bozzo e Carlo Turati.
Con la partecipazione di: Marina Massironi. 

 

Descrizione


Nel 1995 Aldo Giovanni e Giacomo, che avevano vissuto un excursus televisivo entusiasmante partendo da Su la testa, passando per Cielito Lindo e approdando a Mai dire gol, decisero di portare il loro repertorio in teatro. Lo spettacolo venne concepito a sketch, con la struttura presa in prestito dai cortometraggi, i Corti, appunto.
Venimmo chiamati dai Tre a costruire questo evento e accettammo con entusiasmo.
Il materiale a disposizione era già molto e molto altro se ne sarebbe aggiunto durante il proficuo work in progress (la maggior parte delle prove vennero fatte a San Giovanni in Persiceto). Alcune intuizioni provenivano anche da uno strano quanto a suo modo geniale spettacolo fatto al cabaret Zelig l’anno prima con i coautori Bozzo e Turati (in quello spettacolo lavoravano anche la Massironi, Cornacchione e Oreglio).
Riguardando la scaletta di massima dei Corti (settembre-novembre 1995) abbiamo: un prologo, in cui viene inscenata una specie di copula; le scaramucce all’interno dell’utero dei tre gemelli con le disquisizioni sulla precedente vita e sul nome che avrebbero preso. Con la scena dell’ecografia (l’individuazione del sesso di ognuno) quella sulla disquisizione del lycis, e quella esilarante delle pernacchie.
Poi si passa al corto sulla zattera, e a quello sulla nascita. Segue un ribaltamento di situazione sul pubblico (il ritardatario), quindi si arriva alla tenda, cioè al celeberrimo sketch della montagna. Un secondo ribaltamento sul pubblico ci introduce a una spettatrice intellettuale che disquisisce sui contenuti dello spettacolo. Si ritorna al palco con il corto sull’astronave che chiude la prima parte.
Il secondo tempo propone una riuscita invenzione registica di Arturo Brachetti che mette in luce le qualità comico-mimiche dei tre, la rappresentazione degli animali: il cammello, il geco e l’avvoltoio. Un terzo ribaltamento con il pubblico è costruito “a disturbi” . Segue un’altra scena storica, quella del conte Dracula, poi ripresa anche nel cinema, dove abbiamo avuto l’avventura di essere citati con il nostro nome come due fastidiosi vecchi. Ancora proseguendo si arriva allo sketch del pescatore, mentre un quarto ribaltamento sul pubblico introduce il gran finale, un fuoco d’artificio di piccole invenzioni da varietà. Chiudeva il tutto il dichiarato zerocomico: Tafazzi. In definitiva, riprendendo il finto programma di sala letto da Giacomo durante le interruzioni: “I corti di Aldo Giovanni e Giacomo: uno spettacolo che si articola in dieci cortometraggi a scalare come a formare una collana di dieci perle naturali di differenti dimensioni, dalla più grande iniziale alla più piccola finale, un viaggio che ci condurrà attraverso interventi comici sempre più brevi alla ricerca dello zero comico, una specie di meridiano di Greenwich della risata che funge da punto di partenza e unità di misura della comicità universale.”
Lo spettacolo girò con un successo incredibile per un paio d’anni, venne registrato e distribuito in commercio in cassette, raggiungendo il record assoluto, certamente europeo, ma forse non solo, per uno spettacolo teatrale in vhs. Non ricordiamo esattamente la cifra ma si tratta di parecchie centinaia di migliaia di copie.
  

a cura di
Gino & Michele