Lei

Lei (1994)

Ideazione e Regia di: Marco Guzzardi.
Con:
 Flavio Bonacci, Ruggero Cara, Marina Massironi.

Commedia in tre episodi

 

Descrizione


Si tratta di una delle pochissime esperienze drammaturgiche, nate da un’idea non nostra e con attori già definiti dalla produzione. Un’esperienza anomala interpretata da tre artisti di ottimo livello, ma con i quali non siamo riusciti ad instaurare, soprattutto per mancanza di tempo, il feeling necessario per dare più credibilità a ciò che avevamo scritto. Inoltre ci siamo mossi in una gabbia imposta dall’ideatore/regista Guzzardi: un’idea anche originale ma un po’ complicata. In sostanza Guzzardi propose ai tre autori di scrivere tre atti unici partendo dagli stessi protagonisti e da una medesima ambientazione. Il nostro atto unico si intitolava “Dalle parti di Pear-Tree-City” (“Dalle parti di Pero”).
Gianfranco Manfredi sviluppò il primo lavoro da scrittore-musicista; Laura Grimaldi da autrice di gialli, noi da autori comici. Inevitabile la distonia… Il lavoro rimase qualche settimana al “Litta” di Milano con buon seguito, esaurendo però lì la sua breve storia. A noi servì, oltre che da “esercizio di stile”, anche per riprometterci di evitare il più possibile operazioni interessanti sulla carta, ma artisticamente a rischio.


a cura di
Gino & Michele

 

Contributo 
Smog
(Le ultime battute e la canzone finale del nostro atto Pear-Tree-City Tratte dal copione originale dello spettacolo)

[…]

Genny – Manca la battuta finale…
Carlo - Cosa?
Genny – La battuta finale, quella che dovrebbe dare il senso al tutto!
Carlo – Te ne viene in mente una?
Genny – Sì, una di Woody Allen…
Carlo – Ma Woody Allen non era fuori moda?
Genny – Sei scemo? Io l’adoro!
Carlo – Se te la devo dire tutta, io adoro Keith Haring… E qual era la battuta?
Genny – Te la dico?
Carlo – Dilla.
Genny – La battuta è questa: “L’amore tra due persone è una cosa magnifica… se riesci a infilarti tra le due persone giuste, però…”
(Sipario. A luci spente parte la musica di Smog e a chiusura….)
Carlo – Genny! Ricordati: “'The music hall, not poetry, is a criticism of life.”

Smog (canzone)

E’ una cosa che c’è e non si può farne a meno
E’ una fabbrica un ponte è una macchina un treno
E’ una ruggine un ferro un casello una strada
E’ un sospiro un sussulto un insulto una spada
E’ una periferia è un cappotto che avanza
E’ una porta che è chiusa è star dentro a una stanza
Star da soli e star tutti sopra un’unica barca
E’ mangiare scaduto di un’unica marca.
E’ un signore in mutande che fa finta di niente
E’ il far finta di tutto che vuole la gente
E’ comprare la macchina con il freno abiesse
E’ sapere la banca quanto fa d’interesse
Smog!
E’ il sapore di fumo di ogni mattina
E’ i polmoni ridotti a una cartavelina
E’ un semaforo rosso che ti entra nel cuore
E’ un angoscia che nasce è una gioia che muore
E’ giocarsi il futuro otto ore ogni giorno
E’ il lavoro perduto che non ha più ritorno
E’ far quello che so è far quello che sai
E’ sorridere sempre e non ridere mai
E’ una finta facciata che vuole la vita
E’ che a cena è vietato leccarsi le dita
E’ che a cena è vietato ormai anche mangiare
E’ che a cena si va perché si deve andare
Smog!
Siamo noi siamo noi siamo noi che ci amiamo
Siamo noi siamo noi siamo noi che fuggiamo
Che cerchiamo verifiche che cerchiamo consensi
Siamo noi gli incazzati siamo noi i melensi
Siamo noi disperati di amore e di noia
Per risolver la vita ci affidiamo alla soia
Per risolver noi stessi cerchiamo pretesti
Ci fingiamo dei geni e restiamo modesti
Non sappiam più nemmeno decifrare una pausa
Non sappiam più neppure intuire una causa
Ripartiamo da un grido ripartiamo da zero
Ripartiamo da quando ci sia amava davvero.