Comedians

Comedians (1985-1986)

Regia di: Gabriele Salvatores.
Teatro dell’Elfo, Milano.
Da un testo originale di: Trevor Griffiths.
Con: Paolo Rossi, Claudio Bisio, Antonio Catania, Silvio Orlando, Renato Sarti, Bebo Storti, Gigio Alberti, Gianni Palladino, Luca Toracca, Roberto Vezzosi. 

 

Descrizione


Riscrittura e adattamento (su una prima traduzione di Ettore Capriolo) di un testo del drammaturgo inglese già autore teatrale di opere di contenuto politico come Occupations (sull’occupazione delle fabbriche a Torino nel ’20 con ampie citazioni gramsciane) e sceneggiatore del colossal cinematografico Reds. La prima versione italiana dello spettacolo è stata presentata in stagione estiva con il titolo Esercizi per comici alla Versiliana di Marina di Pietrasanta il 24 luglio 1985. La versione definitiva (Comedians-Comici) ha debuttato all’Elfo il 13 gennaio 1986.
Il testo originale di T. Griffiths, Comedians, è stato pubblicato in inglese da Faber and Faber, Londra, nel 1976-1983.
Una prima (e unica ufficiale) stesura dell’adattamento e riscrittura sulla traduzione di E. Capriolo è stata pubblicata da CLUED (libreria universitaria), Milano, 1986 con il titolo di Comedians–Comici. Esiste un video amatoriale dello spettacolo (in vero molto faticoso da vedere) nel nostro archivio e presso il Teatro dell’Elfo.
Il secondo film di Salvatores Kamikazen, ultima notte a Milano, (reperibile almeno in VHS) è di fatto ispirato alla versione teatrale italiana.
Un interessante e quasi sconosciuto film di David Seltzer, L’ultima battuta (Usa 1988), con Tom Hanks, presenta notevoli analogie soprattutto ambientali con lo spettacolo originale di Griffith. L’ultima battuta è reperibile in Dvd e fortemente consigliato. 

Comedians è la nostra prima vera esperienza di scrittura per la scena e ha in parte segnato il nostro cammino artistico, soprattutto per quanto riguarda il teatro. Macchina drammaturgicamente perfetta e geniale inventata da Griffith, necessitava di un pesante adattamento alla realtà italiana e alle caratteristiche dei nostri attori comici (oggi tutti famosi, allora quasi tutti debuttanti). Su sollecitazione iniziale di Paolo Rossi lavorammo con Gabriele Salvatores all’adattamento e all’allestimento work in progress con grande entusiasmo e partecipazione anche emotiva. Da e con quel gruppo nacquero in seguito molte altre esperienze artistiche e non.
La storia si sviluppa in due momenti. Nel primo, un insegnante molto politicizzato di una scuola serale per comici dilettanti comunica che l’esaminatore esterno di fine corso sceglierà tra loro i più idonei per andare in tv e per divenire quindi professionisti. L’esaminatore ha però idee sulla comicità diametralmente opposte all’insegnante. Il primo, l’esaminatore, è per una comicità disimpegnata, il secondo è per una comicità che aiuti il pubblico a prendere coscienza delle contraddizioni sociali. L’insegnante lascia liberi i suoi allievi di decidere il numero comico più idoneo per il saggio finale: dovranno essere loro a scegliere o di mantenere fino in fondo i principi del suo insegnamento, o di “tradire”, con buone possibilità di essere scelti dall’esaminatore.
La seconda parte dello spettacolo è l’esame, che si tiene in una specie di night. Il pubblico in sala diventa lo stesso pubblico dello spettacolo nello spettacolo, cioè il pubblico del saggio. Conoscendo gli antefatti e le dinamiche di gruppo viste nel primo tempo, capirà chi tradisce, chi entra in crisi, chi mantiene una propria coerenza, chi segnerà la propria autodistruzione.
Nato in Inghilterra come una grande allegoria sulla classe operaia e i movimenti politici ad essa legati, la strada scelta con Salvatores e gli attori per la nostra versione italiana è stata quella di “alleggerire” i rimandi più rigidi (e un po’ macchinosi) all’analisi sociopolitica, mantenendo comunque le caratteristiche dei personaggi e il discorso di fondo, comunque fortemente esplicito anche sul sociale e sul politico.
Comedians ha segnato, oltre che la nostra strada artistica, anche quella di quasi tutti gli attori e dello stesso Salvatores. E’ stata un’esperienza irripetibile premiata, soprattutto a Milano, da una partecipazione numerica e emotiva davvero unica, forse tipica solo di quegli anni milanesi…

a cura di
Gino & Michele

 

Contributo 
Dalla presentazione di Gabriele Salvatores Comici Contro. Tra teatro e cabaret
(Comedians - Comici - Clued, 1986. AA.VV.)
 

Comedians mi è arrivato, complice De Capitani, da Paolo Rossi, Claudio Bisio e Antonio Catania nel 1984: il testo mi ha immediatamente stimolato, ma abbiamo dovuto accantonare l'idea di metterlo in scena subito per esigenza produttive. […]
L'interesse primario  che ho ritrovato in Comedians - prima ancora di approfondire la lettura ai livelli dei riferimenti sociali che esprime - è stato il dibattito sul "comico". Questo coincideva con un tema a noi caro, quello appunto della comicità, e del susseguente dibattito che abbiamo sviluppato al nostro interno in questi anni: se si può, e come, raccontare il mondo attraverso il comico e analizzare la realtà con uno sguardo ironico. Infatti il testo di Griffiths poneva questi problemi e aveva per noi lo stesso valore di Rumori fuori scena, un testo che racconta le avventure di una compagnia giocato tra il di dietro e fuori scena: entrambi si sarebbero prestati per una sorta di autonalisi , sulla storia della nostra attività artistica.[…]

L'idea è stata quella di lavorare con delle persone che avessero fatto un scelta professionale simile a quella dei personaggi del testo, come dei cabarettisti, che fossero coinvolti direttamente dal tema trattato da Griffitths che parla di queste persone e dei problemi che quotidianamente affrontano andando in scena.
Un altro motivo che ha guidato la mia scelta, tutt'ora vivo e scottante, è quello di individuare la forma per un teatro politico, con dei contenuti politici, ma che sia divertente e teatrale allo stesso tempo.
Tutte queste cose ci sono nel testo di Griffiths: c'è una forte istanza politica, un sottilissimo ragionare sulla comicità e, nello stesso tempo, una macchina teatrale perfetta. Quindi: Comedians per una riflessione sulla comicità inizialmente riferita alla storia dell'Elfo ma successivamente incentrata sul mestiere e sull'essere del comico. Si sono aggiunti poi anche dei riferimenti "esterni" che riguardano gli stereotipi di una comicità che vediamo in teatro o in televisione.
Questo riferimento "esterno" ha preso sempre più corpo man mano che il progetto si allontanava dall'essere riflessione interna.
Tra la prima lettura e la messa in scena è passato più di un anno. In questo periodo ho lavorato per delle reti televisive private e ho verificato direttamente il sistema produttivo e artistico che vi sta dietro. Il comico televisivo è preso in un meccanismo crudelissimo, non gli è permessa nessuna giustificazione: o ridono o non ridono e il successo è estremamente superficiale, non può trovare nessun alibi culturale se immediatamente, alla battuta, non scatta la risata. Questa influenza ha influito sul tipo di lettura che volevo fare dello spettacolo  e, non a caso, l'impresario teatrale del testo originale si è trasformato in un manager, un talent scout, televisivo.
Su questo ho avuto la validissima collaborazione di Gino e Michele che conoscono bene il mondo della televisione.

di Gabriele Salvatores